Le ricorrenze sono tentativi di rendere concreta l’illusione di un ordine negli eventi e di affermare una coerenza di un prima e un dopo. Sono legami che appaiono e si disfano tra individuo e collettività. La condivisione di atti con schemi tra giorno e notte per date da noi inventante e nominate, stabilisce una contiguità e una alleanza nel conservare simboli e significati.
Sotto a queste convenzioni sociali vi sono quelle personali che puntellano i ricordi con la speranza che permangano nella curva o segmento di vita, per la quale in ogni istante portiamo tutta la memoria e il passato qui, ora.
Che giorno caldo fu il 25 ottobre 1990, in licenza per un giorno dal servizio di leva e di buon mattino, prima dell’alba, la corsa per prendere il treno e fiondarsi all’università per sostenere un esame. E quella sensazione dove tutto sembra amichevole: dall’aria, agli alberi, al vento caldo di Roma, ma non invasivo e cafone. E nell’attesa una strana sicurezza e calma che portò a superare l’esame come si voleva che fosse, con massimo risultato. E il ritorno in caserma ove tutti parvero lieti di sentire racconti del vivere quotidiano: di orari, passi, incroci, negozi, e aneddoti che seguono dopo tempeste, operazioni e analisi del sangue.
Nei pressi di Piazza di Spagna (Roma) di domenica pomeriggio.
E ancor di più un esame di abilitazione proprio per storia e filosofia il 25 ottobre 2001 dove si scrisse delle guerre dei cent’anni e anche con una citazione della battaglia di battaglia di Azincourt del 25 ottobre 1415, dove vinsero gli inglesi in inferiorità numerica contro i francesi. E di lì a pochi giorni mi precipitai a vedere il film di Kenneth Branagh – “Enrico V” che tratta proprio di queste vicende. E fu lieto anche quel giorno.
Kenneth Branagh nel Film “Enrico V”
In un tempo più remoto dove l’anno, però, è impolverato di numeri, un altro 25 ottobre in una via di primo pomeriggio con le strade silenziose domenicali e quasi pigre di movimento, per il quale ci fu un pudico bacio di rossore crepitante sorpresa e riflessi di gioia. Solo uno. E poi fu un sorriso per tutto il giorno.
Via Del Paradiso – Valmontone (Roma)
E infine una gara di 12 km di corsa, dove fu raggiunto un record mai superato nel 2002. Con pioggia, ma ogni goccia era tepore per il sudore.
Aneddoti con significati e simboli artefatti, di fatti reali, ma usati per ricamare una trama di sprazzi di vita, dove si vuole e si è convinti che questo sia un giorno, come ogni giorno, nel dire grazie a se stessi, perché ancora si è e si ha pregio di mantenere la promessa di un tesoro.