È un libro che suggerisce alcune vie interpretative di questo universo in continua espansione di ricerca che è la meccanica quantistica, spiegando i punti di vista storici e logici iniziali della suddetta.
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Chiunque negli ultimi 80 anni abbia sentito parlare di ciò che gli scienziati si occupano riguardo la fisica, patisce una sorta di perplessità riguardo i modelli e i fenomeni relativi ai quanti. Per la media della popolazione che ha studiato qualche nozione di fisica nei periodi della scuola dell’obbligo, inconsciamente valuta il mondo dei quanti con l’occhio e i modelli propri della fisica classica. Ed è ovvio che sia così, perché la fisica che parte e si sviluppa con Isacco Newton si occupa di primo impatto dei fenomeni quotidiani cui abbiamo a che fare ogni giorno, anzi ogni minuto.
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Tali modelli del 1700, nonostante siano variati in quasi quattrocento anni, li consideriamo come se fossero l’ambiente stesso in cui stiamo e viviamo. Riteniamo ovvi i concetti dello spazio, del movimento, delle cause che producono moti e mutazioni dei materiali, con il corredo di spiegazioni di fenomeni che riteniamo curiosi come l’elettricità, le calamite, la possibilità di volare, il passaggio dallo stato solido a quello liquido. La condizione di “naturalità” è avvalorata dal funzionamento dei manufatti costruiti secondo tali criteri.
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Aggiungiamo poi che i fisici ne parlano con il linguaggio matematico sofisticato, ed ecco che l’opinione pubblica non può che averne o il rigetto, o la curiosità del pittoresco, oppure una malia esoterica.
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Se abbiamo la fortuna, il caso, le possibilità e il lusso di comprenderlo, e se non si crepa prima, il mondo è difficilmente comprensibile in modo immediato.
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Sarebbe auspicabile accettare che noi, forse il novanta per cento della popolazione, e quindi anche il sottoscritto ha una intelligenza mediocre, cioè nella media e che se non la si esercita, si perde la curiosità. Se poi si lascia che la vecchiezza ci abbracci con la pigrizia di quanto già appreso, non possiamo che scadere ulteriormente nei nostri processi cognitivi.
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L’ignoranza è un lusso: ti fa diventare povero e alla lunga crepare anzitempo.
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Le nostre incertezze e conoscenze labili della fisica, oltre alle nostre elementari capacità di ragionamento inducono l’irriflessa attitudine a comprendere della meccanica quantistica con gli occhi della fisica del ‘700. E l’esito non può che essere fallimentare.
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Questo libro è meraviglioso, perché non si getta a evocare le magie dei quanti. Inizia a introdurre i punti di vista con i quali si è cercato di adottare una serie di strumenti matematici, e di pratiche sperimentali nel descrivere fenomeni oscuri, nell’approfondire analisi ambigue, e opache. In particolare del mondo così piccolo che nel novecento era quasi impossibile vederlo e misurarlo. E ancor di più, nel rendersi conto che lo stesso concetto di misura non fosse scontato.
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L’autore ha scritto questo libro partendo dal modo di vedere comune il mondo, per estenderlo verso approcci definiti quantistici. Rafforza il suo tentativo mostrando che la fisica dei quanti ha applicazioni che riguardano il nostro vivere quotidiano: i raggi x, la radiografia, il nucleare, i chip, i laser, i computer.
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Negli ultimi trenta anni, anche il mondo dei quanti sembra nascondere e suggerire che vi è qualcosa di altro descrivibile nuovi con linguaggi, occhi, e pensieri.
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È un libro che va letto piano, immaginando ciò che si comprendere, e provando ad ampliare le nozioni che si hanno della realtà. Questo libro è un tesoro. Ed è un vero viatico pedagogico.