L’altr’anno proprio oggi nel giorno del Blue Monday, io ascoltai la canzone dei Flunk – Blue Monday. Non so perché, ma ascoltandola di nuovo, scrissi come sotto ipnosi. Io rilessi la poesia o per meglio dire quello che ne erano le intenzioni e provai un senso di pudore, come se fossi nudo davanti a tutti nella piazza principale della città. La mia intimità senza veli. Dopo un senso di stupore, in automatico scrissi versi che tentarono di esprimere quel mio stato, e successivamente la feci leggere ad alcuni. Il secondo scritto parla del primo che non è stato fatto vedere ad alcuno fino ad oggi. E dopo un anno lo espongo, continuando a non capire perché ho provato quella sensazione. E forse ho toccato qualcosa che oltrepassa me.
Eccola:
LIBERTA’
Piegata
da mani
battenti
per errore
creduto.
Trattata
con schifo
da vuote
parole
per ipocrite
voluttà,
rigiro
isolate
richieste
di cura
riverse
su sordi
compagni.
Desidero
invece
una nave
sicura,
per rotte
senz’ancora,
lontano
da ordini
d’avida
fedeltà.
Lo scritto successivo che censurò il primo:
PUDORE
Avete presente quando
è troppo coinvolgente
e non volete postare
una idea, uno scritto
o una poesia?
Perché troppo
diretta
e senza difese?
Ecco stavolta
la poesia non appare
benché presente,
ma è un peccato
non offrire la musica
in questo attimo
d’acre presente.
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