*4 Special Guest: La poesia: l’immediato originario

7 marzo 2013 

Nei linguaggi e nelle tecniche moderne appare la supposta evidenza nel comporre femmina e maschio nella scissione di cuore e cervello, in un quadrilatero dove ogni elemento è inteso separato e successivamente giustapposto mediante sensi ed intelletto.

E ancor di più per l’inclinazione di un “artista” o di un “matematico”

Crediamo di ragionare e discernere con pezzi di carne appesi in macelleria.

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Immagine di Giacomo Sonaglia 

 

Eppure l’atto del poetare, ancor prima di scrivere, è tale perché esprime ciò che il corpo sente ed emana verso tutto ciò che è reale. Ma lo esprime utilizzando la contemplazione del sublime di ogni aspetto del reale, che è visto come atto universale. In una poesia ogni rima o verso, per quanto elaborati o “astratti” sono immediate composizioni con ciò che il corpo esprime verso il tempo, la nascita, la morte, i sensi d’amore e d’odio.

Quadrifoglio di stelle migranti (poesia tratta da “Sogni Sospesi”)

Ovunque osservo ossequioso e ansioso
i quattro quadri dell’orizzonte spazioso,
c’offrono l’oceano da suolo smussato
di fiamme ch’ergono l’aere eccitato.

L’aerea messaggera dona la gialla
d’autunno inseguita, severa, dalla
vernosa ombra dell’affogliato cumulo
che incrocia il quadrifogliato angolo.

Ma riavere smeraldee presenze
ch’erompono da primavere essenze
ripropongono l’estatico disgelo
delle stelle del rigoglioso stelo

Ogni trivio è un ombroso quadrivio
che rinnega l’ascoso sodalizio.
Ma le migranti di cuori celesti
Riportano gli sfolgoranti innesti.

 

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