#2 Contamination: Orlando and Tilda

January 19, 2013

Tilda: here in “Orlando”, she offers the unconscious is both masculine feminine of each of us, and the story of an empire, and the story of the desire to be a father and a mother. In this film, SHE is a gift: a continuous offer of the possible manifestations of what she can be. She and Tilda’s character, are both a generous range of possible desires of all who we can be.

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Beautiful music: the labyrinth is a search for his own meaning of life in the flow of the history of her sex, the history of England. And this music that repeats the rhythm in ascending order for the final explosion: a NEW BIRTH.

This movie, that book, that actress, that woman was Virginia Woolf; that music is a whole: an absolute masterpiece. The video “scene of the labyrinth”: HERE

#2 Contaminazioni: Orlando Tilda

19 gennaio 2013  

Tilda: qui in Orlando lei offre il femminile e il maschile inconscio in ognuno di noi, e la storia di un impero, e la storia della volontà di essere padre e madre. Ma in tutto questo film, LEI è un dono: un’offerta continua delle possibili manifestazioni di ciò che LEi può essere. Lei il personaggio, LEI Tilda, sono entrambe un generoso ventaglio di desideri del possibile che tutti possiamo essere.

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Musica bellissima: il labirinto come ricerca del proprio senso della vita nello scorrere della storia del suo sesso, della storia dell’Inghilterra. E di questa musica che ripete il ritmo in modo ascendente per l’esplosione finale per una NUOVA NASCITA.

Questo film, quel libro, quell’attrice, quella donna che fu Virginia  Woolf;  quelle musiche è un tutt’uno: un capolavoro assoluto. Il video Orlando: scena del labirinto: QUI

# 1 Contamination. Dances between the silent Sounds

January 18, 2013

Rachmaninov – Symphonic Dances – Op 45 – 1/5

The Symphonic Dances Rachmaninoff can be set to music with a piano. They have a structure to our ears, can they be understood in an abstract manner, imagining tone and timbre in the percussion (heart), on the breath (lung) and the key (skeleton).

And just because they maintain a distance from the word, and also by the specific noise of an instrument, we, as in the act of writing poetry, through language, our bodies and the mutual feelings that we express in emotions, we transform them in flesh and blood, a common feeling.

And then we dance between these schemes.

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We start from the first dance. Do not cheerful: the impact of three descending notes, which forms the basis of the movement, makes its way into pianissimo strings, and then it emerges with rhythmic aggression. The sound of the oboe leads to the transition of the middle section; the alto saxophone states the bad mood; the melody is then taken up by the violins, before returning to the initial section that we called rhythmic dynamism; and the movement is switched off in the same way of com it was started.
We wake up feeling the three notes, our body resumes its forms and it swims in the black vortex that runs on the same without screwing on a fulcrum.

The Scream is the transition to the saxophone.

The tormenting sigh invokes the arches, like the wings of glass, they branch out in polymorphic structures. And we begin again, waiting for the next movement, we being chained in the final rate order not to disperse the memory of self-image.

To listen Symphonic Dances Press Here 

#1 Contaminazioni: Danze tra suoni muti

18 gennaio 2013

Rachmaninov – Danze Sinfoniche – Op. 45 – 1/5

Le danze sinfoniche di Rachmaninoff possono essere musicate anche con un pianoforte. Hanno una struttura che per le nostre orecchie, possono essere intese in modo astratto, immaginando toni e timbri nella percussione (cuore), nel fiato (polmone) e nel tasto (scheletro).

E proprio perché mantengono una distanza dalla parola, dallo specifico rumore di fondo di uno strumento, noi, come nell’atto del poetare, attraverso il linguaggio, il nostro corpo e le reciproche sensazioni che elaboriamo in emozioni, possiamo rendere carne e sangue il tutto, in un sentire comune.

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E si danzi allora tra questi schemi.

E si parta dalla prima danza: Non allegro: l’inciso discendente di tre note, che costituisce la base del movimento, si fa strada nel pianissimo dei violini, e poi si afferma con aggressività ritmica. Il suono dell’oboe porta verso la transizione della sezione centrale; il sassofono contralto enuncia il male d’animo; la melodia verrà poi ripresa dagli archi, prima del ritorno alla iniziale sezione che abbiamo chiamato di dinamismo ritmico; e il movimento si spegne come era iniziato.
Svegliamoci sentendo le tre note, il nostro corpo si riassoda e nuota nel gorgo nero che gira su stesso su un avvitamento senza fulcro.

L’urlo è il passaggio al sassofono.

Il tormentoso sospiro richiama gli archi che, come ali di cristallo, si diramano in strutture polimorfiche. E si ricomincia aspettando il movimento successivo, incatenati nel ritmo finale per non disperdere la memoria dell’immagine di sé.
Per ascoltare le Danze Sinfoniche Premere QUI

@ 1 Poetically: Writing poetry

January 14, 2013

How do you are writing a poem? Whether it is of excellent style, tawdry, stupid, clearly sloppy, or original?

Even if we erudite in versification, rhetoric and stylistics, it may appear to hang. If you think of a task, the publication, the existence of an actual immediate audience, the paper will remain white. If you use rites stable and if you program your job, the sheet may remain white.

If you will force the rhyme, perhaps appear scattered pages of rows in prose, and this is not a bad thing. So what? In the precise act of composing poetry that you think, maybe there is not a rule but an operational criterion (mutable): you let go of the “should”, so that the emotions are not forced.

You let go of the analysis, and you listen to your body, not ontologically, or subjectively, or into sense of ethics or erotic, maybe later, but just the body, here and now.

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Maurits Cornelis Escher, Drawing Hands, 1948.

Let him come all that overwhelms you from the outside.

Let him come anxiety and fear.

Later you will meditate, you will analyze and will correct everything. This is not an investment, because you have no interest and guarantees. The prize is always one: yourself.

@1 PoeticaMente: Scrivere poesie

14 gennaio 2013

Come si fa a scrivere una poesia? Sia essa di ottimo stile, pacchiana, stupida, manifestamente sciatta, originale?

Anche se si ha l’erudizione di versificazione, retorica e stilistica, può apparire il blocco. Se si pensa ad un compito, alla pubblicazione, all’esistenza di un pubblico effettivo immediato, il foglio rimarrà bianco. Se si utilizzano riti propiziatori stabili e se si programma il lavoro, il foglio forse rimarrà bianco.

Se si forza la rima, forse appariranno pagine sparse di righe in prosa, e questo non è un male. E allora? Nel preciso atto del comporre che si crede poetico, forse non esiste una regola, ma un criterio operativo (mutevole): lasciar andare il “deve”, affinché le emozioni non siano forzate.

Lasciar andare le analisi per sentire il corpo fisicamente, non ontologicamente, o soggettivamente, nel senso etico o erotico, magari dopo, ma proprio il corpo, qui e ora.

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Maurits Cornelis Escher, Drawing Hands 1948.

Lasciar venire tutto quello che travolge dall’esterno.

Lasciar venir il timore e la paura.

In seguito apparirà il tempo delle riflessioni, analisi e correzioni. Ma non è un investimento, perché non si hanno interesse e garanzie. Il premio è sempre uno: se stessi.

DREAMS SUSPENDED

Tuesday, January 8th, 2013

Dreams suspended, my first collection of poems, was published.

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This is our reality more real and more intimate.

The book in paperback version you can find it on Youcanprint: HERE and HERE on IBS

And in digital format:

Amazon – mobi format: HERE
Feltrinelli – epub format: HERE
Last books – epub – mobi: HERE
Bookrepublic – epub format: HERE

INTRO: We believe that everyone dreams are transient images and thoughts that vanish into twinkling of an eye by awakening, but they come back every night and even in the suspension of the activities of daily living. They range and reverse plots, but they offer new spaces of reality and the future. Each purpose receives color, shape and intensity of dreams seemingly aloof, but they are ready to emerge to feed our every expectation and anticipation of what we are and we will. To paraphrase Shakespeare: we are made of dreams.

Sogni sospesi

martedì 8 gennaio 2013

Sogni sospesi, la mia prima raccolta di poesie, è stata pubblicata.

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La nostra realtà più vera e più intima

Il libro in versione brossura lo puoi trovare su Youcanprint: QUI e su IBS QUI

E  in formato digitale :

Amazon – formato mobi: QUI
Feltrinelli – formato epub: QUI
Ultima books – formato epub – mobi: QUI
BookRepublic – formato epub: QUI

INTRO: Crediamo che i sogni di ognuno siano immagini e pensieri transitori che svaniscono nel battito di ciglia del risveglio, ma ritornano ogni notte e anche nella sospensione delle attività quotidiane. Variano e invertono trame, ma offrono nuovi spazi del reale e del futuro. Ogni scopo riceve il colore, la forma e l’intensità dai sogni apparentemente in disparte, ma pronti a riemergere per alimentare ogni nostra attesa e previsione di quello che siamo e saremo. Parafrasando Shakespeare: noi siamo fatti di sogni.

Le mie sono solo risposte a un tuo continuo richiamo…