@ 8 poetically: the friend who is rediscovered

March 19, 2013 

What a surprise !

Hello,
here I am with a friend.
He is a person at all familiar and so often at home that seems to be transparent and predictable. Every now and then the events of the world draw near to the rooms where we live, the place that is considered natural and isolated from others. For those efforts are used to understand the secret, the result is always to see him in a calm and warm smile. He is sympathetic to observant of all religions. The atheist occasionally calls him for some walks in the paths of introspection. The agnostic welcomes him every time during the stops pleasant or forced at any time of the cycle of the Sun

In addition, he is able to grant nearly irreconcilable views and customs. Perhaps the secret lies in a universal prayer which does not purport answers, and that it leaves everyone free to locate them as they see fit.

Yes it is!

Prayer is common to the laity and to the believers, ancient and modern; even to those who worship the case and technique. Even before Zeus and religions “animistic”, there are prayers that stifle the applicant, while others bind, some of the sublime. Yet it seems that our friend does not keep his hands clenched. Our friend is convinced that the answer is already in the prayer of each one.

Each element is already involved in his appeal: the water, the sun, passing through the Earth.

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Francesco  and his brother Sun. Picture taken from HERE

Hi Francesco  !

 

@8 PoeticaMente: Amico ritrovato

19 marzo 2013 

Benritornato.

Ciao,
eccomi qui assieme ad un amico.
Una persona a tutti familiare e così di casa che sovente sembra sia trasparente e scontata. Ogni tanto gli eventi del mondo la richiamano presso le stanze del nostro vivere dato per scontato e talvolta isolato. Per quanti sforzi si compiano per comprendere il suo segreto, il risultato è sempre quello di un calmo e tiepido sorriso. Risulta simpatico a osservanti di tutte le religioni. L’ateo ogni tanto lo chiama per alcune camminate nei sentieri dell’introspezione. L’agnostico lo accoglie ogni volta nelle soste gradevoli o forzate in ogni momento del ciclo del Sole.

In più, riesce ad accordare vedute quasi inconciliabili per usi e costumi. Forse il suo segreto risiede nel pregare in modo universale senza pretesa di risposte, lasciando libero ognuno di individuarle come meglio crede.

Sì!

La preghiera è comune ai laici e ai credenti antichi e moderni; anche quelli che adorano il caso e la tecnica. Ancora prima di Zeus e delle religioni “animistiche”. Esistono preghiere che mortificano il richiedente, altre lo incatenano, alcune lo sublimano. Eppure il nostro amico sembra che non tenga le mani chiuse: come se ognuno sia la risposta a ciò che chiede.

E ogni elemento che già è qui è coinvolto nel suo richiamo: dall’acqua, al Sole, passando per la Terra.

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Francesco D’Assisi e lo Frate Sole. Immagine presa da QUI

Ben ritrovato Francesco !

@ 7 poetically: Teresa Mattei: the fire that lives

March 14, 2013 

A Teresa Mattei: the fire that lives – Lino Milita

I’m back, excited to see me again.
The laces laughs the actor arrived
who faces deposited over time.
The guest speaker, but the other is silent.

The departure is near and the mask
desperate to embrace the old link,
but the answer is to that past.
The pain changes the irony in resentment.

The trip builds memories dying
that will reshape to the new meeting
and new tears reopen old wounds.

The harsh openings make it malleable.
The force increases, as it fades.
The fire inside the touch and she is reborn.

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Picture taken HERE

 

Teresa Mattei, said Teresita (Genoa, 1 February 1921 – Lari, March 12, 2013) was an Italian partisan and political.
She was in training fighter Garibaldi “Youth Front” (with the rank of Company Commander). She was the youngest elected to the Constituent Assembly, where she assumed the post of secretary in the Bureau of the Constituent Assembly. She was also “Executive National Union of Italian Women” and she was the inventor of the use of mimosa for “Women’s Day” the eight of March. The idea came to her when she learned that Luigi Longo intended to give to the women for that day of violets; Mattei intervened suggesting a flower poorer and more common in the countryside.

@7 PoeticaMente: A Teresa Mattei: il fuoco vivo

14 marzo 2013 

A Teresa Mattei: il fuoco vivo – Lino Milita

Ritorno, eccitato per rivedermi.
I lacci ridono dell’attore arrivato
avente volti sedimentati dal tempo.
Il venuto parla, ma l’altro è muto.

La partenza è vicina e la maschera
dispera d’abbracciare il vecchio legame,
ma la risposta è per quella passata.
Il dolore muta ironia in risentimento.

Il viaggio accumula ricordi morenti
che si rimodellano per il nuovo incontro,
e nuovi strappi riaprono antiche ferite.

Dure aperture la rendono malleabile.
La forza aumenta, man mano che scarnisce.
Il fuoco interno la tocca e lei rinasce.

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Immagine presa QUI

Teresa Mattei, detta Teresita (Genova, 1º febbraio 1921 – Lari, 12 marzo 2013), è stata una partigiana e politica italiana.
Combattente nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù (con la qualifica di Comandante di Compagnia), fu la più giovane eletta all’Assemblea Costituente, dove assunse l’incarico di segretaria nell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Costituente. Dirigente nazionale dell’Unione Donne Italiane, è stata l’inventrice dell’uso della mimosa per l’otto marzo. L’idea le venne quando seppe che Luigi Longo intendeva regalare alle donne per quel giorno delle violette; Mattei intervenne suggerendo un fiore più povero e diffuso nelle campagne.

* 5 Special Guest: we have to say yes to becoming

March 12, 2013 

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Victor Nizovtsev-Contemplation: image taken
HERE

Shadow lines – Lino Milita 

The meeting of shadow lines
avoided for fear,
I undergo cyclical sunrises and sunsets,
and of missed appointments
I have been made and lived.

From the appointment of the last frontier
my anguish,
I leave the last fear and trembling
to say yes to fear
become unpredictable life.
I say yes to this universe.

*5 Special Guest: Dire sì al Divenire

12 marzo 2013 

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Victor Nizovtsev–Contemplazione: immagine presa
QUI

Linee d’ombra – Lino Milita

Dall’incontro di linee d’ombra
d’evitato timore,
subisco cicliche albe e tramonti,
e d’appuntamenti mancati
son fatto e vissuto.

Dall’appuntamento d’ultimo confine
d’angoscia mio,
abbandono ultimo timore e tremore
per dire sì alla paura
dell’imprevedibile divenire di vita.
Dico sì a questo universo.

* 4 Special Guest: Poetry: The immediate original

March 7, 2013 

In the languages ​​and modern techniques is the supposed evidence in composing female and male in the division of the heart and brain; in a quadrilateral where each element is intended to separate and then it is juxtaposed with the senses and intellect.

And all this is even more true for the inclination of an “artist” or a “mathematical”

We believe to reason and discern with pieces of meat hanging in the butcher shop.

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Painter: Giacomo Sonaglia 

Yet the act of writing poetry, even before writing, this is because it expresses what the body feels and emanates towards everything that is real. But expresses all using the contemplation of the sublime of every aspect of the real, which is seen as a universal act. Each poem as it is complex, it is a composition immediate with what the body expresses at the time, birth, death, the meaning of love and hate.

Cloverleaf of migrant stars (poetry comes from “Suspended Dreams”)

Everywhere I look obsequious and anxious
the four large paintings of the horizon,
that they offer the ocean from the ground chamfered
of flames that rise up the air excitedly.

The aerial messenger gives yellow
Autumn chased, severe, from
winter shadow of the leaves in heap
where they intersect the angle of the cloverleaf.

And to regain the presence of emerald
springs that erupt from essences,
these reproduce the ecstatic thaw
of the stars of the leafy stem.

Each clover is also a quadrilateral of shadows
who deny the association hidden,
but the stars migrants hearts heavenly
report the blazing grafts.

*4 Special Guest: La poesia: l’immediato originario

7 marzo 2013 

Nei linguaggi e nelle tecniche moderne appare la supposta evidenza nel comporre femmina e maschio nella scissione di cuore e cervello, in un quadrilatero dove ogni elemento è inteso separato e successivamente giustapposto mediante sensi ed intelletto.

E ancor di più per l’inclinazione di un “artista” o di un “matematico”

Crediamo di ragionare e discernere con pezzi di carne appesi in macelleria.

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Immagine di Giacomo Sonaglia 

 

Eppure l’atto del poetare, ancor prima di scrivere, è tale perché esprime ciò che il corpo sente ed emana verso tutto ciò che è reale. Ma lo esprime utilizzando la contemplazione del sublime di ogni aspetto del reale, che è visto come atto universale. In una poesia ogni rima o verso, per quanto elaborati o “astratti” sono immediate composizioni con ciò che il corpo esprime verso il tempo, la nascita, la morte, i sensi d’amore e d’odio.

Quadrifoglio di stelle migranti (poesia tratta da “Sogni Sospesi”)

Ovunque osservo ossequioso e ansioso
i quattro quadri dell’orizzonte spazioso,
c’offrono l’oceano da suolo smussato
di fiamme ch’ergono l’aere eccitato.

L’aerea messaggera dona la gialla
d’autunno inseguita, severa, dalla
vernosa ombra dell’affogliato cumulo
che incrocia il quadrifogliato angolo.

Ma riavere smeraldee presenze
ch’erompono da primavere essenze
ripropongono l’estatico disgelo
delle stelle del rigoglioso stelo

Ogni trivio è un ombroso quadrivio
che rinnega l’ascoso sodalizio.
Ma le migranti di cuori celesti
Riportano gli sfolgoranti innesti.

 

@ 6 poetically: the work consumed and the cry devoured

March 5, 2013

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The Scream devoured – The ThyssenKrupp worker

Lino Milita

The anonymous dead mystified
by mysterious profits,
rummage unchanged
miserable bones,
for the annuity granted
from the ring royal
of pagan remittance.

Textures entombed
with hands that are woven
errors mythologized,
retain mediocre
meat eaten
from bondage burning
of shouts devoured.

“The Silesian Weavers” by Christian Johann Heinrich Heine (Düsseldorf, December 13, 1797 – Paris, February 17, 1856), arose after the revolt of the weavers in 1844. Today we have workers that are consumed and “non-workers” that are emptied .

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Heinrich Heine, image taken HERE

Deaths from “work” indicate that this poem is not the past. Here we have a cry. And today we have even more in the scream of the dead to the “do not work”

The Silesian Weavers

In lightless eyes there are not tears.
They sit at the loom and gnash the gears.
Germany, we weave the cloth of the dead
Threefold be the curse we weave ’round your head
We’re weaving, we’re weaving.

A curse to the god to whom we knelt.
Through the winter’s cold, such hunger felt.
In the past we hoped, we waited, we cried
You’ve mocked us and poxed us and cast us aside
We’re weaving, we’re weaving.

A curse on the king of the empire,
Who would not quell our misery’s fire.
He took every penny we had to give
Then shot us like dogs with no right to live
We’re weaving, we’re weaving.

A curse on the cold, ruthless fatherland,
Where outrage and shame fester by your hand,
Where blossoms are trampled under your boot,
Where rot and decay are allowed to take root.
We’re weaving, we’re weaving.

The shuttle is flying, the weaving looms roar.
Day and night we weave with you at our door.
Old Germany, we weave the cloth of the dead.
Threefold be the curse we weave ’round your head.
We’re weaving, we’re weaving.

@6 PoeticaMente: Lavoro consumato e l’urlo divorato

5 marzo 2013 

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L’Urlo divorato – l’operaio Thyssenkrupp

Di Lino Milita

Anonime morti mistificate
da misteriosi profitti
rimestano immutate
miserevoli ossa,
per rendita concessa
dall’anello regale
di pagana rimessa.

Trame tumulate
con mani intessute
di errori mitizzati,
trattengono mediocri
carni divorate
da servitù infuocate
di urli divorati.

I Tessitori della Slesia di Christian Johann Heinrich Heine  (Düsseldorf, 13 dicembre 1797 – Parigi, 17 febbraio 1856), qui tradotta in Italiano da Giosuè Carducci, nacque in seguito alla rivolta dei tessitori nel 1844.  Oggi abbiamo lavoratori consumati e “non lavoratori” svuotati.

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Heinrich Heine, immagine presa QUI

 

I morti per “lavoro” indicano che questa poesia non è il passato. E in più oggi abbiamo anche l’urlo dei morti per il “non lavoro”:

I tessitori della Slesia – Heinrich Heine

Non han ne gli sbarrati occhi una lacrima,
Ma digrignano i denti e a’ telai stanno.
Tessiam, Germania, il tuo lenzuolo funebre,
E tre maledizion l’ordito fanno –
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Maledetto il buon Dio! Noi lo pregammo
Ne le misere fami, a i freddi inverni:
Lo pregammo, e sperammo, ed aspettammo:
Egli, il buon Dio, ci saziò di scherni.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

E maledetto il re! de i gentiluomini,
De i ricchi il re, che viscere non ha:
Ei ci ha spremuto infin l’ultimo picciolo,
Or come cani mitragliar ci fa.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Maledetta la patria, ove alta solo
Cresce l’infamia e l’abominazione!
Ove ogni gentil fiore è pesto al suolo,
E i vermi ingrassa la corruzione.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Vola la spola ed il telaio scricchiola,
Noi tessiamo affannosi e notte e dì:
Tessiam, vecchia Germania, il lenzuol funebre
Tuo, che di tre maledizion s’ordì.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Per visualizzare l’originale premere QUI 

Le mie sono solo risposte a un tuo continuo richiamo…