John Gooch Le guerre di Mussolini dal trionfo alla caduta Le imprese militari e le disfatte dell’Italia fascista, dall’invasione dell’Abissinia all’arresto del duce.
Titolo originale: Mussolini’s War. Fascist Italy from Triumph to Catastrophe, 1935-43 Original English language edition first published by Penguin Books Ltd, London Copyright © John Gooch, 2019 The author and illustrator have asserted their moral rights All rights reserved Traduzione dall’inglese di Marzio Petrolo, Micol Cerato, Cecilia Pirovano Prima edizione ebook: settembre 2020 © 2020 Newton Compton editori s.r.l., Roma
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Il libro di John Gooch offre una ricca bibliografia riferita agli attori istituzionali implicati nelle vicende delle guerre d’Italia durante il periodo del fascismo. Un puntuale resoconto storico che snoda le fasi di preparazione, di inizio, di svolgimento e fine dei conflitti. Passa dal livello di diario, a quello di lettera, al riassunto di una riunione, al dispaccio, e alle riflessioni scaturite dalla lettura dei documenti storici che negli anni si rivelavano dopo la seconda guerra mondiale.
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È utilissimo nell’approfondire il fascismo nella sua organizzazione militare ed istituzionale che pervadeva l’intera società italiana. Vi sono motivi storici per la rimozione di ciò che l’Italia e gli italiani furono in quegli anni nella messa in campo della politica coloniale, nelle repressioni interne, nella povertà, nel relativo miglioramento e progresso dovuto allo sviluppo tecnologico, e al lento ma continuo processo di alfabetizzazione, accompagnato da una limitazione ideologica e repressiva della libera ricerca e del libero pensiero. E ancora di più, nella nostra inclinazione ad abbandonare l’alleato di un’ora prima, per abbracciare il più forte che emerge nella contingenza.
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Nel libro risultano tendenze di lungo periodo di noi italiani nella mancanza di organizzazione e della improvvisazione che si legano a una notevole creatività, associata però alla negazione della realtà dei fatti e dei propri limiti, per ottenere il consenso basato sulla suggestione, sulla bugia, sul plauso e sulla teatralità. Prevale in modo strutturale l’impreparazione, il clientelismo deleterio che premia figure analfabete, inadeguate, criminali e meschine. Sia chiaro: l’opera Benito Mussolini nell’accentrare il potere, inibire il coordinamento tra i vari corpi militari e nel disattendere i piani e i consigli preparati dai tecnici, dagli economisti, dai pochi generali valenti e onesti intellettualmente che lo criticavano nelle sue scelte portando argomenti chiari e coerenti, non è giustificata. No. Anzi: lui e l’apparato sono ancora più responsabili di aver portato a morire decine di migliaia di giovani consapevolmente e di averli lasciati allo sbaraglio senza armi, vettovaglie e indumenti.
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La figura di Benito Mussolini risulta completamente inadeguata, limitata, folle nell’intendere la guerra, la tattica, la strategia. Considerando il contesto italiano deficitario di materie prime e di fattori di produzione siderurgici in una strutturale dipendenza dai capitali esteri, emerge l’ineludibile tendenza a finire nelle braccia della Germania durante il corso della guerra. Braccia velenose e crudeli.
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Come in ogni guerra, in uno stesso esercito o battaglione vi sono atti di crudeltà e di orrore, assieme a quelli di eroismo, umanità e di fraterna compassione anche per i civili. Nel libro è descritta passo passo la nostra responsabilità, censurata nella memoria collettiva, della guerra di Spagna: fummo risoluti nella letalità e nella crudeltà, come nella guerra d’Etiopia. Nonostante tutto, però, a molti generali e alti funzionari delle istituzioni governative, fu chiaro che non eravamo in grado di sostenere una guerra contro le forze imperiali. Nel libro è trattata in parallelo l’invasione delle Jugoslavia, della Grecia e dell’Albania. E in ognuna di queste tragedie emerse rispettivamente l’orrore che compimmo, la valida resistenza dei greci e la nostra impreparazione che ci obbligò a richiedere l’aiuto della Germania. Fu l’inizio della fine che fu anche declinata nella ridicola invasione in Francia; ridotta a una serie di scaramucce nei confini, che causarono una seconda richiesta di aiuto alla Germania. Vi sono preziose pagine relative alla preparazione e alla conduzione della “gloriosa” campagna in URSS. Il disastro consapevolmente voluto.
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I militari italiani al netto dell’impreparazione organizzativa e logistica di queste campagne di guerra, furono simbolicamente fucilati alle spalle dai generali; descritti uno per uno. Nonostante tutto, alcuni reparti delle forze armate italiane furono ammirati e rispettati sia dai tedeschi, come Rommel, sia dagli inglesi, in particolare gli alpini e i bersaglieri che combatterono con il nulla che avevano a disposizione.
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Vi sono anche le descrizioni dettagliate degli scontri tra i croati e i serbi e tra questi, tra i cetnici, i repubblicani, i comunisti, i musulmani, gli albanesi, i kosovari e i montenegrini. Non furono da meno anche loro nelle azioni crudeli. I fattori di quei conflitti sono utili a comprendere le instabilità politiche del presente in Europa.
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È un libro veramente storico: una miniera per comprendere oggi e ieri, indirettamente anche prima del fascismo. L’autoritarismo. La formalità stucchevole e polverosa, quasi tenue che nasconde però il disprezzo totale per il popolo. Una nazione di mentalità signorile che tende ad accentrare il potere in pochi cooptati per la benevolenza da parte dei potenti, e che tiene il controllo verso i cittadini con un paternalismo a gocce da una parte e da una fredda autorità verso i sottoposti. Una mentalità signorile che fa la voce grossa con i più deboli, ma pronta a riverire chiunque gli si mostri di poco più forte. Compiacente verso il miglior offerente in modo sciatto, meschino, goffo e assurdamente controproducente.
Forse sono caratteristiche che si possono ritrovare ancor oggi.
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È sorprendente come i pochi generali, nell’aderire al fascismo e alle sue caratteristiche più oscure, alla fine mostrando anche un amor proprio per sé e per la patria, opponendosi alla sciatteria guascona del regime e dello stesso Benito Mussolini, fossero rimossi immediatamente, inascoltati dai loro colleghi, i quali mostrarono un atteggiamento meschino e rivoltante nell’evitare le proprie responsabilità, accusando i propri sottoposti.
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Leggendo questo lavoro imponente si prova vergogna per ciò che siamo stati, e compassione per le donne e gli uomini traditi e mandati allo sbaraglio. Un paese che uccide i propri figli e che nega una visione strategica per le generazioni future. E forse anche queste sono caratteristiche attuali.
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Un libro di altissimo livello storico che, oltre a fornire un quadro a tutto campo delle relazioni sottostanti al fascismo durante la guerra, offre specchi caleidoscopici nel futuro, cioè nel nostro presente.
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