La trilogia creata da James P. Hogan fu scritta dal 1977 al 1981 circa. I raccordi tra le opere non risultano essere eccessivamente ridondanti nei loro richiami e, sebbene tra la fine del secondo volume e l’inizio del terzo si avvertono forzature nello sviluppo degli eventi in una probabile previsione di un’altra opera, nel complesso riesce a innescare un proprio “pathos”.
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I protagonisti compaiono nell’intera composizione, ma hanno una diversa rilevanza in base alle specifiche trame ove l’antagonista diventa poi il cardine del volume successivo. Ciò mostra una profonda elaborazione delle trame dei tre volumi.
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James P. Hogan mostra il suo notevole estro nel creare l’attesa, circondando la narrazione di un mistero avvolgente che spinge il lettore nella curiosità di giungere al termine in un godimento dello spirito di avventura e dello svelamento dei fili nascosti.
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Si parla di noi e delle nostre origini. Le teorie dell’evoluzione autoctona sono messe in relazione con quelle di un intervento extraterrestre. L’originalità di quest’opera risiede nell’imputare le epifanie galattiche anch’esse avvolte nel mistero, e dipendenti da fattori che diventano sempre più larghi e numerosi.
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Siamo nella guerra fredda. I temi della scomparsa delle civiltà, e dei conflitti nazionali, risentono delle logiche degli scontri tra l’URSS, gli USA, e la Cina. Paradossalmente di questi ultimi due anni, purtroppo, su piani diversi, quelle atmosfere sono ritornate e in modo molto più complicato di allora, nella tensione tra i due blocchi. E già da allora l’autore ha una visione più articolata dei livelli di conflitto.
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James P. Hogan è particolarmente versato nello stendere intrighi in modo coerente e drammatico, quasi a livello teatrale. Conosce i tempi del climax, per giungere poi a una conclusione, che però poi si mostra limitata e provvisoria. Questo intento perseguito in modo sistematico, ha lo scopo di porre la necessità di avere un approccio scientifico e sperimentale e non ideologico, o mistico religioso nell’elaborare spiegazioni e nel formulare teorie.
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Gli obiettivi polemici nel primo libro sono rivolti a chi valuta la selezione naturale e le teorie dell’evoluzione in modo pigro, semplicistico, o razzista. Vi sono passi di una chiarezza estrema nel mostrare la capacità di ragionamento e di prova nel validare le ipotesi, non nell’imporle con la retorica che convince o con la violenza, ma con un appoggio investigativo, teso a metterle alla prova, a negarle, a rilevare la loro attitudine a superare le prove.
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Nonostante che l’autore fosse un tipico inglese, e traspare dai comportamenti ora ritenuti alquanto testosteronici, con una visione delle donne talvolta svalutanti, però, in particolare nella seconda parte del secondo volume e nel terzo, l’autoironia velata ne mostra la ridicola postura e la severa inconsistenza.
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Nel secondo volume vi è un approccio critico verso il centrismo culturale, ovvero di credere noi, tutti gli uomini del pianeta, si sia il centro dell’universo e che il mondo “occidentale” ne sia il parametro assoluto.
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Vi è una maggiore dignità rivolta a tutte le specie viventi, nella consapevolezza che noi e loro si stia insieme in un percorso comune all’interno della galassia, extraterrestri compresi.
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Nel terzo volume vi è un messaggio di pace che può essere perseguita nel rispetto degli interlocutori, nel condividere una storia comune, mantenendo però a mente che siamo dotati di lati oscuri e di tendenze aggressive. Proprio per questo occorre l’equilibrio delle forze, la garanzia di poter vivere e sviluppare le proprie capacità, nello sforzo della conoscenza e nell’elaborazione di politiche e di relazione sempre più complesse.
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Il futuro è sia una proiezione di ciò che già accadde in luoghi tecnologicamente più avanzati rispetto a noi oggi, ed è anche una previsione di possibili scenari. Si nota che l’autore si è preparato in modo certosino nel descrivere i processi evoluzionistici, i fattori biologici, le teorie della relatività, l’astronomia e la meccanica di volo.
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È ambientato nel nostro decennio e nel successivo. È divertente notare come alcune tecnologie descritte siano per oggi teoricamente e tecnicamente impossibili, come quelle di gestire i neutroni come combustibile per le navi, e ancor di più sfruttare la curvatura dello spazio nel senso della relatività generale, nel correlarla con le onde gravitazionali. Qui mostra una fantasia compositiva ben innestata con i processi fisici.
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Poi vi è anche l’uso di tecnologie di comunicazione, e degli oggetti di uso quotidiano il cui impiego parte dalle logiche derivate dal livello scientifico degli anni settanta e ottanta. Noi oggi sorridiamo a leggerne la descrizione, avendo vicino manufatti che hanno avuto uno sviluppo diverso e molto più efficace. Tale valutazione però, potrebbe essere utile per noi contemporanei in un esercizio di previsione (a priori infondato) di come sarà il nostro agire quotidiano tra dieci o quindici anni con i supporti tecnologici e di come li intenderemo, ovvero le logiche di uso.
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L’analisi riguardo le nostre tendenze di uso e di sviluppo delle tecnologie, è una base per applicare la logica del procedimento scientifico, allo scopo di considerarlo un modo naturale di operare. L’autore continuamente sottolinea che un atteggiamento settario, superstizioso e rigido porta alla morte e all’estinzione delle specie.
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Vi è inoltre un risvolto morale nel porre in primo piano che anche le etiche, necessarie per formulare i giudizi e indirizzare le decisioni, non sono scritte nella pietra e che possono mutare in virtù delle nuove conoscenze e di nuove situazioni mai concepite cui si è costretti ad agire.
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La prudenza nel giudicare accompagnata da una costante autocritica è la chiave per mantenersi aperti all’imprevedibilità, e quindi a non esserne fagocitati.
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Da buon inglese, James P. Hogan sa essere pungente nel praticare una ironia discreta e puntuale sui luoghi comuni e sulle caratteristiche dei gruppi umani e di quelli extraterrestri.
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Il messaggio, più incisivo, e forse neanche pianificato dall’autore, risultante, quindi dallo svolgersi dele vicende, risiede nella consapevolezza che ogni gruppo umano e extraterrestre, e ogni specie, nonostante marcate deficienze, o pericolose inclinazioni foriere di possibili estinzioni proprie altrui, sono anche essere passibili di risultare una risorsa per essere sublimate nell’affrontare pericoli mortali.
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Ogni individuo e ogni gruppo ha la sua dignità di esistenza e di possibilità di inventare il proprio futuro.
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Lo stile è avvincente, con variazioni di ritmo e con una buona descrizione psicologica dei protagonisti.
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È un libro di etica mascherato da fantascienza Hard.
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Tutto da godere.