3 giugno 2013
Difficile riconoscersi nello specchio. Non appaiono solo figure e contorni nei battiti delle ciglia e delle luci. I riti del risveglio secondo le divinità del tempo scandito in misure sessagesimali nel trillo e nella scansione degli schermi di casa, informano di un moto a conduzione lineare e unidirezionale. I processi fisiologici del risveglio ricevono conferma in un vetro che riflette forme di luce, aventi la fede di essere individuate in un corpo.
Qui e ora.
E l'<io> trae coerenza in conformità alle carte di identità e alle chiavi di accesso digitali e meccaniche per accedere a spicchi di mondo che si risvegliano assieme a noi. La preparazione del cibo e delle bevande e i riti di pulizia e vestizione, in perenne mutazione, infondono un sentimento di tranquillità e automaticità nell’esecuzione. Il compiacimento dell’agire ciclico edifica ogni giorno la casa sicura di uno spazio e di un tempo che promette costanza e univocità.
Alfredo Araujo Santoyo – Immagine presa QUI
Eppure pensiamo ed agiamo con immagini che oltrepassano le movenze e gli scopi del giorno. Saltiamo e giochiamo ogni secondo tra visioni del futuro e continue riprese delle trame del passato.
Istituiamo l’al di là del mondo che ci inquadra in ruoli da offrire agli “altri”, ricercando significati per il futuro che fantastichiamo.
Vestiti davanti allo specchio, proiettiamo avamposti di quello che vorremmo e potremmo essere sui dossi delle fantasie e sulle pianure della immaginazione. E tutto ciò è reale, più reale, perché emerge un senso che orienta e condiziona il nostro agire.
AVAMPOSTI DI ME
Vedute estirpate da fiducie radicate
in tele ripiegate da minuti oscillati,
divaricano moltitudini interrate
in sterpaglie scosse dalle esili orme perdute.
Da sogni mai accaduti, richieste patite
infondono l’altrove e diversi altri passati,
invitando i ricercati ospiti di inverate
speranze, in risacche d’onde decadute.
L’originale e rinnovata vicenda scorge
una curiosa e vitale composizione,
dove ogni possibile evento sopraggiunge.
Sostrati razionali innalzano analogie
infuse e ospitate da interminabili sogni
che reinventano le necessarie magie.
Child in Time. – “Deep Purple”. Per ascoltarlo premere QUI
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