La vita e la creatività di Karin Bergoo attraverso i quadri di suo marito Carl Larsson. La donna che ha concepito una nuova estetica della famiglia.
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Consiglio di leggere l’opera di Karin Bergöö 83 ottobre 1859, Örebro, Svezia – 18 febbraio 1928, Fogdö parish) attraverso i quadri di suo marito Carl Larsson (28 maggio 1853, Stoccolma – 22 gennaio 1919, Falun, Svezia): fu un pittore e ritrattista famoso per la pittura della tecnica ad acquerello, adattata anche per le nuove forme di stampa che si approssimavano alla fine del 1800 e agli inizi del 1900. Versatile e innovativo nel dipingere su tele di diverse dimensioni, denso di immagini innestate in sequenze che furono poi dilaganti per tutto il secolo nei cartelloni, nei calendari e nei fumetti.
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Carl Larsson ritraeva principalmente tratti di vita quotidiana e famigliare. I soggetti erano la moglie Karin, i figli e la casa dove risiedettero dopo un anno di matrimonio e di ritorno da Parigi, nel piccolo villaggio svedese di Sundborn, presso Falun. L’umorismo e la leggerezza erano i tratti distintivi del suo estro pittorico. La moglie nella storiografia e nell’opinione comune è ricordata come una madre di sette figli energica, dotata di capacità organizzative notevoli, anche nel seguire l’educazione e la formazione della prole in modo avanzato assieme al marito.
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Di solito è scritto quasi sempre in una o due righe, che anche Karin Bergöö fu una pittrice e studentessa dell’Accademia Reale delle belle Arti, versatile per il suo estro artigianale e di arredamento. I testi degli ultimi due decenni, mostrano invece l’influenza fondamentale che ebbe per il design e lo stile architettonico da interni per la Svezia, e successivamente per tutti i paesi del nord Europa.
Verrebbe da pensare al detto ipocrita e omissivo “Dietro un grande uomo vi è una grande donna”. Carl Larsson per il contesto del periodo in cui visse, fu un uomo che oggi diremmo “femminista” e non tanto nei proclami, quanto nella vita quotidiana nel condividere tempo e lavoro con la moglie per la cura dei figli e della casa e nel dialogare tra pari in termini di arte, di produzione artistica, di creazione di manufatti utili per il quotidiano, e per l’educazione da impartire alla prole. Non basta però, la benevolenza di un singolo uomo. Sebbene Karin Bergöö fosse figlia di una famiglia agiata e di larghe vedute, che permisero a lei di studiare e di intraprendere anche l’attività di pittrice, gli spazi di autonomia economica e del diritto erano ben lontani rispetto alle prerogative maschili.
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In altri termini: “Dietro un grande o normo uomo, vi è accanto una donna che è costretta a mantenere un passo indietro”.
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Karin Bergöö concepì e realizzò nuovi modelli intimi e abiti per i propri figli e le figlie. Agili, funzionali per la vita all’aria aperta, e per i lavori e le attività quotidiane. Comodi ed eleganti in particolar modo per le figlie. E con lo stesso impegno si cimentò per vestiti più formali, anche per sé e suo marito che li raffigurò nei suoi dipinti con le sue famose scene di vita domestica.
Dipinto di Carl Larsson del 1912 di suo figlio che studia. I vestiti e i mobili furono disegnati e realizzati da Karin.
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Vi è un tema però che è lasciato solitamente nello sfondo: l’infanzia e l’adolescenza sono allungate e i figli sono considerati soggetti autonomi nel leggere, nel giocare, nello scoprire la natura con il gioco e lo studio. Vi sono scene in cui mangiano all’aperto su tavoli allestiti fuori casa, e anche nei pic nic, vestiti in modo elegante. Vi sono indumenti di mezza stagione per le passeggiate, per le letture, e quelli sportivi. Vi è una idea dell’adolescenza e della crescita che stava prendendo piede tra la fine dell’ottocento e all’inizio del novecento, come quella di Maria Montessori, per la quale il bimbo costruisce l’adulto dentro di sé e quindi è già un soggetto degno di rispetto nell’intendere con estrema serietà le sue attività quotidiane.
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I vestiti ampi, chiari, multicolore, variabili nello stile in base all’età dei giovani e degli adulti, furono presi a modello dalla borghesia Nord Europea. Eleganza e leggerezza.
Figli in lettura nel giardino in estate, del 1916 di Carl Larsson.
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Karin Bergöö progettò sedie, tavoli, armadi, seggiole, letti, con materiali poveri e di qualità con uno stile completamente diverso rispetto a quello tipico svedese che era plumbeo, monotono, grigio e marrone scuro. La comodità, la leggerezza e l’esplosione dei colori nella essenzialità e semplicità delle forme, furono gli indicatori che mutarono radicalmente lo stile del design svedese che si propagò poi in tutto il Nord Europa.
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Emerge una fusione dell’arte giapponese e degli stili modulari inglesi e in questi lei elaborò trame astratte per le tende, per decorare gli armadi, i divani, le poltrone, immettendole in forme curve di Art Noveau.
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Lei cambiò l’idea dello spazio domestico: assieme al marito, ad esempio, tolsero le tende e alcune pareti divisorie nel soggiorno, per porre nel centro un piano rialzato, confinandolo con la mobilia. E lì ci si poteva riposare o mangiare, lasciando i quadranti esterni per altre attività, concedendo una intimità nuova in cui la casa diveniva un luogo in cui moltiplicare le attività ricreative e di riposo, e il tutto mantenendo giochi di luce, tal, da non creare zone di ombra aggiuntive.
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Karin Bergöö ha inteso il suo vivere in una espressione artistica che ha definito una nuova sociologia della famiglia, e ha perfezionato nella pratica quotidiana le nuove proposte pedagogiche del periodo. Cambiò il rapporto tra il dentro e il fuori, tra il domestico e il pubblico. Le attività fino ad allora reputate non degne di nota dal punto di vista della cronaca e dell’arte, divengono il soggetto principale che è la fonte di nuovi modelli del vivere nel mondo, e di nuove concezioni nell’elaborare manufatti.
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Lei dipinse pochissimi quadri rispetto al marito, ed è ovvio: aveva più incombenze quotidiane. Inoltre la società svedese dell’epoca non è che fosse così aperta ad accettare una imprenditrice e artista autonoma.
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Carl Larsson è famoso per aver ritratto la sua vita famigliare, e si sorvola sull’elemento sotterraneo: il mondo ritratto fu CREATO da Karin Bergöö. Non solo come mera organizzazione dei tempi e degli spazi, non solo per aver ampliato uno stile e un’anima artistica alla casa, alla natura e agli ambienti sociali circostanti, e non solo per aver determinato nuove scansioni sociali dell’infanzia e dell’adolescenza. No. Non solo questo. Lei ha anticipato il futuro. Noi, vedendo queste scene di vita, abbiamo una sensazione di felice nostalgia e di famigliarità. Non può che essere così, perché l’opera di Karin, certamente non l’unica, è un puntello della visione del mondo a noi contemporaneo.
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Qui vi è un doppio inganno che è anche patrimonio dell’opera d’arte. Il pubblico che vede queste opere ritratte da Carl Larsson, sono dipinte, scolpite, cucite, segate, levigate da Karin Bergöö. Non sono dolci e infantili segni del passato che più non è, rispetto a una natura quasi edenica.
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La natura dei boschi, dei giardini, dell’armonia che per noi sembra perduta, è invece una creazione nuova dell’uomo, anzi della donna contemporanea, che emerge in autonomia nei fatti, nella visione, nelle creazioni artigianali ed artistiche. È una visione estetica futura, a NOI contemporanea. La borghesia alfabetizzata, industriale nella suddivisione degli spazi e del tempo, nella concezione progressiva e sovrabbondante delle fasi di crescita.
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L’estetica fornita da Karin Bergöö è subita da Carl Larsson nelle sue composizioni che mostrano un ambiente che poi divenne popolare nei fumetti, nei dipinti, nella formazione primaria di tutto il novecento. La fantasia e l’immaginazione di intere generazioni hanno attinto estro e creatività da questi luoghi, per comunicare immagini di sé che sono il tesoro della nostra crescita d’infanzia e delle età adulte.
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Lei, vivendo, ha creato un futuro, che noi non approfondiamo e non riconosciamo, perché ne siamo totalmente immersi: è il nostro presente: l’apparentemente leggera apertura alla varietà delle forme del mondo con le quali noi riconosciamo il nostro corpo, come spazio di relazione di apprendimento nel gioco e nella individuazione delle future immagini di sé.
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Lei è la testimone di una nuova estetica nel determinare le interazioni sociali all’interno dei processi di crescita in un mondo in fase di costruzione, dove lo spazio privato e lo spazio pubblico, ampliano le loro reti di significato in un contesto per noi contemporaneo.