* 16 Special Guest: Bread and writing. The sum is more than the parts – second edition

May 27, 2014 

Saturday, May 24, 2014 
 in Rome – “Crypt of Saint Lucia of the Banner” in Via dei Banchi Vecchi 12, it was held the presentation of the second edition of the book “Words of Bread” project anthology of short stories about food, promoted by the writers “Diana Sganappa” and “Emma Saponaro”. The participants, including myself, have presented a single story, published or unpublished, having the union as a fundamental principle of this project, because the ingredients are blended in the kitchen, and the pleasure is right there: When in one gulp all the flavors are combined, as in the words, a universe in which everyone can join. In one word: sharing. And the proceeds of the sales will be donated to the “Association of Family and Supporters Suffering psychic Tuscia” (A.fe.SO.psi.T), because the Words of bread are not “empty words” 
 but a book for those who have no voice.

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And … the project continues …

And once again the meeting of everyone with whom he had spoken only via computer, as well as being poignant and uplifting, offered the opportunity to expose for a few moments some parts of themselves for a further extension on different approaches and styles of writing.

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And as for last year’s edition has appeared to enjoy the wonder of everyone: all together in offering a choral writing.

*16 Special Guest: Pane e scrittura. La somma è più delle parti – seconda edizione

27 maggio 2014 

Sabato 24 maggio 2014
 a Roma – “Cripta di Santa Lucia del Gonfalone” in via dei Banchi Vecchi 12, si è tenuta la presentazione della seconda edizione del Libro “Parole di Pane” un progetto antologico di racconti sul cibo, promosso dalle scrittrici Diana Sganappa e Emma Saponaro. I partecipanti, tra i quali il sottoscritto, hanno presentato un solo racconto, edito o inedito, avente l’unione come principio fondamentale di questo progetto, perché in cucina gli ingredienti si fondono, e il piacere sta proprio lì: quando in un sol boccone tutti i sapori si uniscono., come per le parole: un universo in cui tutti possano entrare. In una sola parola: condivisione. E il ricavato delle vendite sarà devoluto all’Associazione Familiari e Sostenitori Sofferenti psichici della Tuscia (A.fe.SO.psi.T), perché le Parole di Pane non sono “parole vuote”
ma un libro per chi non ha voce.

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… e il Progetto continua…

E ancora una volta l’incontro di ognuno con cui si era interloquito solo per via telematica, oltre ad essere stato commovente ed esaltante, ha offerto l’opportunità di mettere a nudo per pochi attimi alcune parti di sé per un ampliamento ulteriore sui diversi approcci e stili nello scrivere.

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E come per l’edizione dello scorso anno è apparsa la meraviglia di gioire di ognuno: scrittori già in opera, neofiti e professionisti per attività collaterali a quelle dello scrivere. Tutti assieme nell’offrire una scrittura corale.

# 20 Contamination: The lyrical compassion: a poetic source for the command to care and maintains

March 6, 2014 

He who command and who in positions of responsibility, first of all, he should express compassion and empathy, even for those for those who are weak and dumb.

To that end, I draw inspiration from the song “Il Presidente” of the disc at 33 rpm and Fabio Celi  and Nurses – “Madness.” 

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It was written in 1969 and published in 1973. Disc This anticipates a two-year progressive rock and is already projected in the next decade. This Rock is built on the basis of two keyboards and the voice of Fabio Celi (aka Antonio Cavallaro). There are also foundations of classical music reconciled to the sweetness of voice and melodies italic, similar to some of the group’s musical “Banco del Mutuo Soccorso”.

In 1973, when he came out for the TV show “Studio 7”, the disc contains six tracks, was immediately banned by the Italian Radio and Television, limiting its distribution at the regional level.

Today in 2014 the chiefs, leaders, presidents speak declaratively and full of intent clear, with a child in the anal phase of rationality that wants to eradicate the evil, or people from one nation to another, or young leaders who want to expel , scrapping, and evacuate people, ideas and words. Or even novice knights who spread the purifying fire of acclaim, to clear the old putrid and rotten, and that is always more out of their own history and the environment from which they were born and raised.

And they talk about the advent of promising new was always far away, through their enthusiasm, gesture, ability. And all this is fine and noble, but it is always the “own” because they talk about “them.”

Who’s in charge would have the burden and the ability to manage resources and assets for the common good. He should listen to the obvious and conflicting points of view, preserving all, despite the changing conditions of survival to ensure the possibility of dignified existence.

This is not obvious, at least in recent centuries? 

The leader and the President should show compassion and care by the forces supporting it. A sense that it is her body and not so sacred and charismatic, but in the poetic sense of one who absorbs and reverberates. Of one who, like the poet amplifies it through limits and weakness.

The sense in lyrical poetic translation of the world is perhaps the matrix of the surplus of what we could be.

I propose a track on this album, from the title “President” and propose the text of a future modernity and a sweetness that is perhaps still not completely understood:  

È da poco tempo, che io siedo qui
massima vetta della società
E vorrei ascoltare, la parola di chi
Mi chiede pane, lavoro, e libertà.

Ma non è che non voglio, è che non posso
mantenere ora, ciò che promisi.

No, non fate quei visi.
Vorrei dir di si, a ciò che domandate
aiutare te, aiutare tutti voi
purtroppo non sono quello che voi credete
io qui sono tutto, ma non sono nessuno,
che posso farci, se mi hanno detto così
non fare un passo, non ti muovere di qui
che posso farci, se mi hanno detto di più
“ricordati, che chi comanda non sei tu”.

Che stupido sono, ho creduto
di avere tutto, niente ho avuto
prima di me, ognuno s’è venduto
ha messo all’asta la sua patria
la sua terra, la sua famiglia. 

To listen to the song click HERE

#20 Contaminazioni: La compassione lirica: una fonte poetica per il comando che cura e mantiene

6 marzo 2014  

Colui che comanda e che ha posizioni di responsabilità, prima di tutto, non dovrebbe esprimere la compassione? E l’empatia non solo per la rivendicazione di conflitti ma anche per coloro che sono più deboli e muti?

All’uopo prendo spunto dal brano “IL Presidente” del disco a 33 giri Celi Fabio e Gli Infermieri – Follia. 

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Fu scritto nel 1969, e pubblicato nel 1973. Anticipa di due anni il rock progressivo ed è già proiettato nel decennio successivo. Rock costruito sulla base di due tastiere e sulla voce di Fabio Celi (alias Antonio Cavallaro). Vi sono anche basi di musica classica contemperate alla dolcezza della voce e delle melodie italiche, simile ad alcuni lavori del Banco del Mutuo Soccorso.

Nel 1973 quando uscì per Studio 7, il disco che contiene sei brani, venne immediatamente bandito dalla RAI, limitandone la distribuzione a livello regionale.

Oggi nel 2014 i capi, i leader, i presidenti italiani e stranieri parlano in modo dichiarativo e pieno di intenti chiari, con una razionalità di bambino nella fase anale che vuole estirpare il male, o popoli da una nazione all’altra, o piccoli leader che vogliono espellere, rottamare ed evacuare persone, idee, parole. O ancora novelli cavalieri che stendono il fuoco purificatore del plauso, per azzerare il vecchio putrido e marcio, che è sempre altro e fuori dalla propria storia e dal proprio ambiente dal quale sono nati e cresciuti.

E parlano promettendo l’avvento della nuova era sempre lontana, attraverso il loro entusiasmo, gesto, capacità. E tutto questo è bello e nobile, ma è sempre il “proprio”, perché parlano di “loro”.

Chi comanda avrebbe l’onere e la facoltà di gestire risorse e mezzi per il bene comune. Dovrebbe ascoltare gli ovvi conflittuali punti di vista, conservando tutto, nonostante il mutamento delle condizioni di sopravvivenza per garantire le possibilità di esistenza dignitosa.

Tutto ciò non è ovvio, almeno negli ultimi secoli?

Il leader e il Presidente non dovrebbero parlare anche e nonostante i loro limiti? Non dovrebbero mostrare una compassione e attenzione da parte delle forze che lo sostengono? Un senso che è proprio del suo corpo e non in modo sacrale e carismatico, ma nel senso poetico: di colui che assorbe e lo riverbera. Di colui che come il poeta lo amplifica anche attraverso limiti e debolezza.

Il senso lirico nella traduzione poetica del mondo non è forse la matrice del sovrappiù di quello che potremmo essere ?

Propongo un brano di questo lp, dal Titolo il “Presidente” e propongo il testo ( di una modernità futura e di una dolcezza forse ancora non recepita del tutto ):

È da poco tempo, che io siedo qui
massima vetta della società
E vorrei ascoltare, la parola di chi
Mi chiede pane, lavoro, e libertà.

Ma non è che non voglio, è che non posso
mantenere ora, ciò che promisi.

No, non fate quei visi.
Vorrei dir di si, a ciò che domandate
aiutare te, aiutare tutti voi
purtroppo non sono quello che voi credete
io qui sono tutto, ma non sono nessuno,
che posso farci, se mi hanno detto così
non fare un passo, non ti muovere di qui
che posso farci, se mi hanno detto di più
“ricordati, che chi comanda non sei tu”.

Che stupido sono, ho creduto
di avere tutto, niente ho avuto
prima di me, ognuno s’è venduto
ha messo all’asta la sua patria
la sua terra, la sua famiglia.

Per sentire il brano premi QUI

@ 17 poetically: the offer of a free kiss: poetry.

March 2, 2014 

This picture is one of the few Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, November 24, 1864 – Saint-André-du-Bois, September 9, 1901) where the lovers are facing forward each other.

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In spite of all lovers maintaining the modesty of the eyes closed. Lautrec‘s paintings, usually, each character looks at himself when dancing, walking, or practice ablutions. Every body is just. This picture is one of the few if not the only, where the two parties are face to face, but her eyes closed. Everyone in the tension of the kiss that begins to connect his lips. The two bodies are not wrapped, but they are in a reciprocal call, as if each of the two, looking and feeling your emotional state, wants to share it with others. It is a kiss that is first and foremost a meeting. It is a discreet encounter: an offer.

The two bodies are held, but did not grasp. The arms are placed on the shoulders to get a perspective of alignment of the two faces and two mouths. The line of the kiss is a relationship that takes the picture. The bed sunk creates depth: it receives a balance of these two bodies lined by row of the kiss which is not cut, but it contains all the subject. The axis reveals a texture that starts from the mouths and with concentric circles, it expands from the shoulders to the hands up to the base of the painting, which implies the continuity of the two bodies, down to the feet. The line and the point constitute the epicenter of a dual relationship to synchronous two feelings of attraction.

The delicate features, despite the folds and turns the balance solitary, are offered by vertical strokes, almost as if we saw them in a dream, or a memory. The bodies do not want to be excessive. They do not scream and do not require attention: they are present and ready to turn out to those who gets up and holds his gaze. They speak to those who are willing to listen to the strokes chromatic and stamp the forms evoked by the framework.

The poem is also this: a chaste kiss and ready to overflow. A greeting that is willing to be a hug panoramic feelings, joys and sorrows, hopes and certainties, melancholy and despair. It contains all without requiring that, even when she stands as irreverent poetry of claim. The discrete sentences have the road open in poetic feeling, because naked, they immediately offer all of the speaker and that it evokes.

Toulouse Lautrec in this context reveals an inner stamp: a personal and intimate desire never fully evoked in his life.

@17 PoeticaMente: l’offerta di un bacio non imposto: la poesia

2 marzo 2014 

Questo quadro è uno dei pochi di Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 24 novembre 1864 – Saint-André-du-Bois, 9 settembre 1901) dove i personaggi si fronteggiano in avanti l’un l’altro.

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Nonostante tutto mantengono il pudore degli occhi chiusi. Nei quadri di Lautrec, di solito, ogni personaggio guarda verso se stesso nel momento in cui balla, cammina, o pratica abluzioni. Ogni corpo è solo. Questo quadro è uno dei pochi se non l’unico, dove i due soggetti sono faccia a faccia, ma hanno occhi chiusi. Ognuno nella tensione del bacio, di questo bacio che inizia a congiungere le labbra, non offre la composizione di due corpi avvolti, ma di un vicendevole richiamo, come se ognuno dei due, guardando e sentendo il proprio stato emotivo voglia condividerlo con l’altro. È un bacio che è prima di tutto un incontro. È un incontro discreto: una offerta.

I due corpi si tengono, ma non si afferrano. Le braccia sono disposte sulle spalle per ottenere una prospettiva di allineamento dei due volti e delle due bocche. La linea del bacio è una relazione che tiene il quadro. Il letto affossato crea la profondità: riceve un equilibrio da questi due corpi allineati dalla riga del bacio che non taglia, ma contiene tutto il soggetto. L’asse rivela una trama che parte dalle bocche e con centri concentrici si espande dalle spalle alle mani fino alla base del quadro che sottende la continuità dei due corpi, fino ai piedi. Una linea e un punto che costituiscono l’epicentro di una relazione duale sincrona verso due sentimenti di attrazione.

I tratti delicati, nonostante le pieghe e i rivolgimenti degli equilibri solitari, sono offerti tramite tratti verticali, quasi come se noi li vedessimo in un sogno, o in un ricordo. I corpi non vogliono essere eccedenti. Non urlano o esigono attenzione: sono presenti e pronti a rivelarsi per chi alza e mantiene lo sguardo. E parlano se chi guarda è disposto ad ascoltare i tratti cromatici nel sentire il timbro delle forme evocate dal quadro.

La poesia è anche questo: un bacio pudico e pronto a straripare. Un saluto che è disposto a costituire un abbraccio panoramico dei sentimenti, delle gioie e dolori, delle speranze e certezze, melanconia e disperazione. E tutte le contiene senza imporle, anche quando si pone come irriverente poesia di rivendicazione. Se vuole tradursi nel poetico, ogni frase ha il vestito del pudore e dopo se è accettata, si spoglia immediatamente offrendo tutto di colui che parla e che la evoca.

Toulouse Lautrec in questo quadro svela un timbro interiore: un suo personale ed intimo desiderio mai del tutto evocato nella sua vita.

* 15 Special Guest: Everything under control: the loneliness

 February 4, 2014

Hello,

here I am. From my ebook “Everything is under control. A body in the mirror, “I transcribe a passage dealing with the loneliness and isolation. They are unavoidable and common traits of our lives. Accompany us and sometimes we argue with them, although in some cases they are looking for as safe nest or as an illusion of eternal regularity. Have you dealt with loneliness or forced isolation? It has happened in your life? Or even loneliness is a path that leads to the final silence without memory?

“[…] And in addition, what the heck, adolescence is over. No: The mirror says you’re still young, but there is an awareness that we must distinguish between isolation and loneliness. Loneliness is not a bad thing. There is always a part that is not going to appear to others; or not? Yet everyone is convinced. Solitude helps make distant a part of himself with respect to the making, the appearance of things. It is the illusion of a help to reflect with him. I learn new words: If I become hypertrophic, then it is sick. It is the little that I want to see everything: the madness and pain. The ego is inconsistent for the claims and it is incomplete, because he is in the world. Solitude helps prepare resources to survive among the hidden nature and the imagined world. World and nature evoke different tones for everyone: an amazing concert by everyone and for everyone.

Another question is how the isolation status and needs, knowing that social relations feed malaise and discomfort within. Loneliness also accepts the company. The insulation is solved with good will. If the disease is persistent, uneducated and immoral because it does not ask permission, causes each to be isolated: shame, impotence and fatigue. […] ”

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Aleksandr Rodchenko, Portrait of Med Georgi-Petrusov

The book in digital format (ePub), you can find out:

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*15 Special Guest: Tutto sotto controllo: la solitudine

4 febbraio 2014 

Ciao,

eccomi qui. Dal mio ebook “Tutto sotto controllo. Un corpo allo specchio” trascrivo un passo che tratta della solitudine e dell’isolamento: tratti comuni e ineliminabili del nostro vivere. Ci accompagnano e talvolta litighiamo con loro, sebbene in alcuni casi li ricerchiamo come nido sicuro o come illusione di eterna regolarità. Vi sono state occasioni proficue di cambiamento affrontando la solitudine voluta o l’isolamento coatto? È accaduto nel vostro vivere? O sotto sotto sperate che sia stato così? Oppure ancora la solitudine è un sentiero finale che porta al silenzio senza memoria?

“[…] E in più, che diamine, l’adolescenza è finita. No: lo specchio dice che sei ancora giovane, ma vi è la consapevolezza che occorre distinguere tra isolamento e solitudine. La solitudine non è un male. Vi è sempre una parte che è destinata a non apparire agli altri? Eppure tutti ne sono convinti. La solitudine aiuta a rendere distante una parte di sé rispetto al divenire, all’apparire delle cose. È l’illusione di un aiuto per riflettere con sé. Apprendo nuove parole: se l’io diventa ipertrofico, allora è malato. È l’Io piccolo che vuole vedere tutto: follia e dolore. Incoerente per le pretese e incompleto perché è nel mondo. La solitudine aiuta a predisporre risorse per sopravvivere tra la natura nascosta e il mondo immaginato. Mondo e natura evocano timbri differenti per chiunque: un concerto incredibile da ognuno e per ognuno.

Un altro discorso è l’isolamento come stato e necessità, sapendo che le relazioni sociali alimentano malessere e disagio interiore. La solitudine accetta anche la compagnia. L’isolamento con buona volontà si risolve. La malattia se è persistente, ineducata e scostumata perché non chiede il permesso, induce ognuno a isolarsi: vergogna, impotenza e stanchezza. […]”

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Aleksandr Rodchenko, Ritratto di Med Georgi-Petrusov

Il libro in formato digitale (epub), lo si può reperire su:

Ultimabooks: QUI

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Amazon: QUI – in formato kindle..

* 14 Special Guest: Everything is under control. A body in the mirror

January 15, 2014 

Hello,

here I am. For a long time we did not feel dear friends. It was a period of intense reading, exchange of views and experiences with everyone, including readers, and work in progress. One among them is finished and it is, unlike poetry, my first novel presented as a autonomous, and it is not like the others shorter along with miscellaneous other authors. With “Everything is under control. A body in the mirror, “I present a theme overexposed in public opinion as superficial analysis. This argument captures the attention and intrigues many, perhaps for the feature to appear as a result of the remote psychic processes that are fundamental and pervasive in every event of the day. It is, accordingly, the paradox that this issue costuisce strictly a personal matter and present. In public opinion appears to be a double censorship that says the disease as a cause, rather than constitute the symptom and the signal from sinking into the abyss.

What happens when culture and society by determining the split between mind and body, they are seen with the eye of their daughter (technique)? What happens when the will that is intended to pursue manageable goals and reducible in terms of effectiveness, turns his arms to herself? And yet when the eye pompous and deluded of omnipotence, he sees the abandonment and failure always already certified? An unexpected occurrence that is precisely the separate and believed to be weaker, react and expose the surplus of what we in irriducible existence of each.

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Aleksandr Rodchenko, Portrait of Georgi Med-Petrusov 

The book in digital format (ePub) you can find on:

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*14 Special Guest: Tutto sotto controllo. Un corpo allo specchio

15 gennaio 2014 

Ciao,

eccomi qui. Da tempo cari amici non ci siamo sentiti. È stato un periodo intenso di lettura, scambio di opinioni ed esperienze con tutti, lettori compresi, e di lavori in corso. Uno tra questi è terminato ed è, a differenza dei testi poetici, il mio primo racconto presentato in forma autonoma, e non come gli altri più brevi assieme a miscellanee di altri autori. Con “Tutto sotto controllo. Un corpo allo specchio” presento un tema sovraesposto nella pubblica opinione quanto superficiale nell’analisi. Cattura attenzione e incuriosisce forse per la caratteristica di apparire come risultato di processi psichici remoti fondamentali e di relazioni sociali pervasive in ogni accadimento del giorno. Risulta, in conseguenza, il paradosso di costituire un fatto personale e strettamente attuale. Doppia censura che afferma la malattia come causa, invece di costituire il sintomo e il segnale di sprofondare negli abissi.

Che cosa accade quando la cultura e la società determinando la scissione tra mente e corpo, sono viste con l’occhio della loro figlia (la tecnica)? Che cosa accade quando la volontà tesa a perseguire obiettivi gestibili e riducibili in termini di efficacia, rivolge le sue armi verso se stessa? E quando ancora l’occhio tronfio e illuso d’onnipotenza, vede l’abbandono e il fallimento già da sempre certificato? Un accadimento insospettato è che proprio la parte separata e creduta più debole, reagisca ed esponga il sovrappiù di ciò che siamo nell’irriducibile esistenza d’ognuno.

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Aleksandr Rodchenko, Ritratto di Med Georgi-Petrusov

Il libro in formato digitale (epub), di facile lettura con un programma universale di archiviazione gratuito come Calibre (scaricabile QUI )
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